"..contrariamente a quanto si è ritenuto fino ad ora, l’industria bacologica non nacque a seguito di una evoluzione spontanea intervenuta durante la seconda metà del diciannovesimo secolo nel processo di produzione del seme bachi (uova di Bombyx mori), bensì a seguito di un ben preciso disegno governativo portato avanti con determinazione dalle maggiori Nazioni bachicole europee."

UNA PAGINA INEDITA DELLA RICERCA SCIENTIFICA TRA XIX E XX SECOLO

Il seme bachi sano e l’industria bacologica

Il Museo dell’Industria Bacologica

Il Museo Bacologico Marson è un Museo privato. Esso vuole dare testimonianza di quell’attività scientifica che sorse nella seconda metà del XIX secolo per risolvere la calamità causata dal dilagare di una malattia del baco da seta che azzerò la bachicoltura in tutta Europa.

Nel Settecento e nella prima metà dell’Ottocento nella penisola italiana, nel Midì francese e nelle regioni meridionali dell’Impero Austriaco, la filiera serica aveva un’importanza economica enorme. La penisola italiana era stimata il secondo produttore mondiale di filo di seta dopo la Cina; il Regno Lombardo Veneto e il Regno di Sardegna avevano la seta quale primo prodotto di esportazione.

La bachicoltura si era sviluppata senza la presenza degli Stabilimenti Bacologici e nelle famiglie di agricoltori e nelle piccole aziende rurali era diffusamente praticata in quanto il prodotto dei bozzoli presentava il pregio inestimabile di essere il primo dell’annata a smercio e pagamento immediato.

All’inizio della seconda metà del diciannovesimo secolo a causa del repentino diffondersi della pebrina, malattia del baco da seta peraltro da tempo immemorabile ben nota, si verificò in Europa l’improvviso crollo della produzione bozzoli che comportò conseguenze catastrofiche per l’economia.

L’epidemia pertanto divenne un problema di Stato.

Microscopio utilizzato da Louis Pasteur
Louis Pasteur, nel 1865, venne incaricato dal Governo francese di affrontare il problema e, dopo cinque anni di studi ed esperimenti, approntò un metodo profilattico che fu alla base della rinascita della bachicoltura.

Il metodo, denominato “della selezione cellulare”, si basava sull’analisi microscopica delle singole farfalle, in modo da poter eliminare le ovature (l’insieme delle uova) deposte dalle farfalle colpite dalla malattia. Le uova del lepidottero Bombyx mori L., per una consuetudine storica consolidatasi in Occidente “ad immemorabili”, vengono denominate seme bachi. Nel 1870, a Gorizia, si tenne un Congresso Bacologico Internazionale in cui venne presentata la procedura profilattica messa a punto da Louis Pasteur.

La nascita degli Istituti Bacologici, a seguito dell’adozione del metodo Pasteur, costituisce un punto di evidente singolarità nella curva evolutiva della Filiera Serica.

I primi Stabilimenti Bacologici, sorti quindi successivamente al 1870, erano chiamati “Bacologie”; oltre ad essere preposti alla produzione del seme bachi sano, alcuni di essi furono veri e propri Istituti di ricerca scientifica. Pasteur continuò a svolgere attività di ricerca in collaborazione con l’Imperial Regia Stazione Bacologica Sperimentale di Gorizia e con alcuni bacologi italiani, anche dopo il Congresso Bacologico Internazionale del 1870.

La poderosa ricerca scientifica ebbe risvolti sorprendenti e straordinari. Infatti la produzione bozzoli in breve tempo recuperò i tradizionali valori che la caratterizzavano antecedenti il dilagare dell’epidemia superandoli abbondantemente. L’Italia divenne il paese primo produttore di seta d’Europa ed uno dei maggiori produttori a livello mondiale, venendo ad occupare il terzo posto dopo il Giappone e la Cina. Vittorio Veneto divenne il Centro di produzione del seme bachi più importante a livello nazionale, dopo Ascoli Piceno.

L’Osservatorio ed Istituto Bacologico Marson, successivamente chiamato Stabilimento Bacologico, venne fondato nel 1882 da Domenico Marson (1854-1930) che ebbe un ruolo di particolare rilievo nel perfezionamento e nello sviluppo dell’industria bacologica nazionale. Nel volume Bibliografia del filugello (Bombyx mori L.) e del gelso (Morus alba L.), opera questa curata nella R. Stazione Bacologica Sperimentale di Padova dal dott. Roberto Di Tocco per conto dell’Ente Nazionale Serico, C.E.D.A.M., Padova 1927, si riportano ben 37 pubblicazioni scientifiche di Domenico Marson.

1909 – Giusto Pasqualis nel gabinetto di chimica del suo stabilimento

L’importanza del ruolo di Domenico Marson è documentata anche dal riconoscimento che il Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Francese gli attribuì il 14 settembre 1926, riconoscimento questo che venne comunicato dalle riviste specializzate, quali il Bollettino di Sericoltura del 18 settembre 1926, e dai principali periodici, quali Il Sole, la Gazzetta di Venezia, e Lo sviluppo di Milano del 25 settembre 1926 che così riportò la notizia: «Una delle più ragguardevoli personalità della vita industriale veneta, il prof. Domenico Marson, fondatore dello Stabilimento Bacologico Fratelli Marson di Vittorio Veneto, e Presidente dell’Associazione Veneta Confezionatori Seme-Bachi, è stato nei giorni scorsi insignito dal Ministero dell’Agricoltura della Repubblica Francese della Croce di cavaliere del merito agricolo per i noti, interessanti studi nel campo serico-bacologico. Non soltanto Vittorio Veneto, ma anche tutto il Veneto, dove l’egregio uomo gode infatti una larga e ben meritata stima, l’annuncio della distinzione conferitagli è stata appresa con  generale  soddisfazione. […] L’alta distinzione non ha bisogno di commenti poiché le benemerenze che il prof. Marson si è acquistato nel campo dell’industria, sono così numerose e conosciute, che qualsiasi onorificenza aggiunge lustro a un nome che il lavoro e lo studio hanno da tempo nobilitato. […]».

Domenico Marson fu inoltre presidente effettivo dell’Associazione Veneta Confezionatori Seme Bachi fino al 1928, quando l’età lo costrinse a dare le dimissioni. L’Associazione lo volle però ancora con sé e lo elesse presidente onorario; il 20 febbraio 1930, in occasione dell’anniversario della propria costituzione, volle attribuirgli un segno di particolare stima: «[…] il prof. Pigorini, Direttore della Regia Scuola Bacologica di Padova, appositamente intervenuto alla riunione dei bacologi, faceva presente di un’artistica pergamena e di una medaglia d’oro ad attestare le benemerenze verso l’illustre bacologo e a contrassegno della grande stima professatagli dai Confezionatori Veneti di seme bachi.[…]». Cenni sugli scritti di indole serico–bacologica di Domenico Marson comparsi nelle principali Riviste seriche del Regno, a cura dei Figli, Vittorio Veneto, Arti Grafiche Longo & Zoppelli, 1930.

Nel 1935, a seguito dei dissidi economici internazionali che penalizzarono in maniera assai grave il nostro Paese, il prezzo della seta greggia crollò, determinando una crisi che colpì l’intera filiera serica e in particolare l’industria di produzione del seme bachi. Molti Stabilimenti Bacologici chiusero ancora prima della fine degli anni Trenta; tra questi, molti tra i più prestigiosi, tanto che l’importanza dell’industria bacologica nazionale si ridusse ad una pallida ombra di quella antecedente il primo conflitto mondiale.

A distanza di pochi decenni dalla chiusura dell’Ufficio Nazionale Seme Bachi, (così si chiamò a partire dal 1937 l’associazione di categoria dei produttori di seme bachi), è arduo trovare traccia dell’industria bacologica. Nei casi più fortunati gli ex Stabilimenti avevano subito trasformazioni radicali così da risultare del tutto irriconoscibili; nella maggior parte dei casi furono demoliti fin dalle fondamenta, nella loro quasi totalità. Lo Stabilimento Bacologico Marson è rimasto intatto nel corpo principale e conserva gran parte dei macchinari e delle strumentazioni di un tempo. Il complesso è stato dichiarato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali “di interesse particolarmente importante” e quindi sottoposto a tutela da parte della competente Soprintendenza.

I documenti riprodotti nel volume  Una pagina inedita della ricerca scientifica tra XIX e XX secolo. Il seme bachi sano e l’industria bacologica,  acquistabile presso il museo, attestano in modo inequivocabile l’eccezionalità della posta in gioco che ruotava intorno al seme bachi e consentono di sollevare alcuni veli calati su fatti salienti della nostra Storia.